Febbraio 6, 2024
“Pronti per il 55%” si riferisce all’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il pacchetto proposto mira ad allineare la normativa dell’UE all’obiettivo per il 2030.
La Presidente di ACEPER poi affronta il tema delle nuove direttive “green” dell’UE per cui entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno essere riconvertiti in classe E: «La problematica principale è il fatto che più del 60% delle nostre costruzioni sono in classe F / G, per non parlare che poi lo step successivo sarebbe portare le stesse in classe D… Per arrivare a questi livelli ci dobbiamo immaginare un’Italia che cambia volto completamente.
Diciamo che dovremmo immaginarci un 110% moltiplicato probabilmente per 1000. Poi abbiamo un altro problema in Italia: secondo l’Agenzia del Territorio ad oggi ci sono circa 2 milioni di case fantasma e più del 35% delle costruzioni registrate al catasto è stato fatto non rispettando le norme.
Prima dobbiamo sanare per poter “dare un volto nuovo in termini di efficienza”: saremo in grado di farlo entro il 2030? Sicuramente ci dobbiamo mettere in linea con le richieste che la Terra stessa ci fa, non è più una questione di regole imposte ma di necessità, di conseguenza in qualche modo bisognerà farlo».
Veronica Pitea stima che per questa transizione richiesta dall’UE ci sarà bisogno di una grande forza lavoro: «Oggi con la richiesta che abbiamo sul reparto fotovoltaico mancano già circa 500.000 addetti del settore; se dovessimo pensare che entro il 2030 dobbiamo tassativamente rispettare le tempistiche dell’Unione Europea, probabilmente ne serviranno almeno altri 3 milioni. Sicuramente tanti operai, elettricisti, ingegneri, geometri, architetti, addetti del settore edile. In tutte le regioni, nessuna esclusa».
Infine, sull’annuncio fatto dall’ONU secondo cui entro 20 anni si chiuderà il buco dell’ozono, la Presidente di ACEPER commenta: «Il fotovoltaico potrebbe accelerare questo cambiamento perché riduce le emissioni di CO2, una delle principali cause dell’apertura del buco dell’ozono.
Per produrre un chilowattora elettrico vengono bruciati mediamente l’equivalente di 2,56 kWh sotto forma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell’aria circa 0,53 kg di anidride carbonica. Si può dire quindi che ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico evita l’emissione di 0,53 kg di CO2. Se pensiamo che su 14 milioni di edifici (censiti) abbiamo poco più di 1 milione di impianti…», conclude Veronica Pitea.
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